lunedì 22 agosto 2011

Passeggiando tra i quartieri: Chinatown e Little Italy

Passeggiando tra i quartieri di New York è impossibile non fare tappa a due quartieri dei più storici della city: Little Italy e Chinatown. Si trovano entrambi a sud di Manhattan tra Houston Street e il Financial District ed hanno ospitato nel corso di tutti questi anni gli immigrati italiani e cinesi provenienti dai loro rispettivi paesi. E' interessante notare come entrando nella rispettiva zona si riesce a sentire nell'area la sensazione di essere nel proprio paese di provenienza. Questo avviene in modo più marcato a Chinatown dove sono presenti dei negozi e delle bancarelle in autentico stile cinese, con le luci e le insegnerò lingua mandarino e che vendono cianfrusaglie, pesce fresco, frutta e verdura, e sono numerosi anche i ristoranti della buona cucina cinese. A mio avviso Chinatown è si caratteristica, ma ha perso quel fascino orientale che forse poteva avere in passato. Infatti i curiosi turisti affollano ogni giorno queste strade e Chinatown ha approfittato di questo per dare il via libera al consumismo e all'occidentalismo, perché al di la' degli usi e dei costumi, delle tradizioni e degli ideali, il Dio denaro viene prima di tutto, soprattutto a New York. Discorso a parte merita Little Italy. Casa di migliaia di italiani speranzosi che nel nuovo mondo potessero trovare una nuova vita senza povertà e con nuova speranza, anno dopo anno ha perso il proprio carattere e la propria funzione. Infatti man mano che gli immigrati italiani si potevano permettere case più grandi e più comode nella vicina Brooklyn o nel New Jersey, Little Italy si è via via svuotata di Italiani e riempita sempre più di cinesi che dalla vicina Chinatown hanno invaso ogni angolo del quartiere italiano. Ancora oggi però rimangono il museo Italo-americano a dimostrazione del fatto che gli Usa tengono a preservare l'identità di questo gruppo etnico molto importante per la storia americana. Ed oramai Little Italy incarna alla perfezione lo stereotipo italiano del cibo e della mafia, infatti il quartiere è rappresentato quasi del tutto da ristoranti, caffetterie, pasticcerie, gelaterie ed aimè, tanti, forse troppi, riferimenti alla mafia.

giovedì 11 agosto 2011

Il fantastico Melting Pot di New York

New York, si sa, e' unica in tutto. Le attrazioni sono magnifiche e le cose da fare e da vedere sono tante, ma cio' che rende questa città unica al mondo e' la varietà etnica e culturale che ospita giorno per giorno. Se ci si siede lungo la 42nd strada e si osserva pazientemente ogni persona attraversarvi davanti, ci si rende conto che ognuna di esse racconta una storia e apre le porte a culture diverse e posti lontani. Il turista e' riconoscibile da 1km di distanza, con gli occhi in su e l'andamento stralunato: provengono da ogni parte del mondo e sorprende quanti italiani si possano riconoscere anche in questi anni di crisi, inconfondibili nel vestire e nel porsi agli altri. Poi ci sono gli uomini d'affari, tutti in camicia e cravatta, che parlano al cellulare e sorseggiano caffè a passo veloce. Rimangono i newyorkesi, un vero e proprio Melting Pot e dalle caratteristiche uniche. Non importa che siano bianchi o neri, ispanici o asiatici, i newyorkesi hanno un fascino tutto loro, sia che vivono a Manhattan o negli altri neighborood, la city appartiene loro e loro appartengono alla city, sono loro il vero motore della città, sono loro New York. E quando osservi questo fantastico e armonioso miscuglio di etnie e mondi diversi, pensi che immaginare un mondo in cui non esiste differenza di razza o religione non e' poi così difficile. Non so voialtri, ma a me viene la pelle d'oca e come dice Lady Gaga: I Was Born this way!

mercoledì 10 agosto 2011

Bryant Park: il mio angolo di paradiso

Ognuno di noi ha un posto preferito dove stare, dove poter trovare la pace interiore e sentirsi bene, lontano dai problemi e dagli affanni quotidiani. Il mio angolo di mondo si trova a New York, al Bryant Park, tra la 42nd e la 6th Avenue. Questo rettangolo di prato erboso si affaccia sulla New York Library ed è circondato da sedie e tavolini con alberi e giardini ben tenuti che fanno da cornice ad un angolo di paradiso nel bel mezzo del caos cittadino. E' presente anche un palchetto sul quale, ora con il Summer Film Festival ed in altri periodi con altre manifestazioni, ogni settimana si svolgono degli spettacoli a cui tutti possono assistere in gratuitamente. Ancora, si possono prendere in prestito dei libri e leggerli comodamente seduti al sole. Cosa rende questo posto così speciale per me? Mi trasmette sensazioni positive, mi fa sognare ad occhi aperti, mi fa ritrovare la mia pace interiore, mi rende felice. Lo spettacolo e' straordinario, infatti è circondato da stupendi grattacieli e da qui si riesce a intravedere le meravigliose vette di due dei simboli di New York: il Chrysler Building e l'Empire State Building. E poi sono le persone che fanno la differenza: turisti in cerca di un posto dove mangiare, artisti che si mettono a dipingere, suonare, creare, business man in cerca di una sedia dove poter staccare per mezz'ora dallo stress lavorativo. Ed io mi metto li, a volte anche per ore, addentando un Muffin e gustandomi il mio Frappuccino, ad osservare tutto questo, a mantenere vivo il sogno che magari un giorno possa essere un uomo d'affari in cerca di mezz'ora di pace dalla frenesia di un lavoro a Manhattan. Mi basta solo sognare e fantasticare per essere felice, per sorridere, per trovare la forza di non mollare mai, per ispirarmi a scrivere!

Washington D.C.: la città monumento

Sono appena tornato dal mio secondo viaggio nella città di Washington D.C., capitale degli Stati Uniti d'America a circa quattro ore e mezza di bus da Manhattan (28 dollari andata e ritorno). Giusto per dare qualche informazione lampo per poi rimandarvi a Wikipedia, Washington D.C. e' sede governativa degli Usa, qui c'e' il presidente alla Casa Bianca, ha sede il Congresso, ed hanno sede tutti gli enti governativi della nazione, ad esempio l'FBI, la CIA, l'IRS, la Difesa, eccetera. E' stata creata apposta per ospitare queste sedi ed infatti e' stata disegnata geometricamente ponendo i simboli della città tutti in linea retta e uniti da loro da una linea immaginaria. Inoltre la capitale e' una vera e propria città-monumento, con maestosi memoriali ai presidenti Washington, Jefferson, Lincoln, Roosvelt e memoriali alle vittime delle varie guerre combattute dagli Usa. Lo stile di questi edifici e' sempre lo stesso e dovuto al periodo in cui e' nata la città, con uno stile neoclassico ispirato ai templi greci e romani tutti rigorosamente bianchi e molto simili gli uni agli altri. Le riflessioni sono tante e sorprendentemente differiscono tanto dalle impressioni e dalle valutazioni personali fatte due anni or sono dalla mia prima visita alla città di Washington. Avevo messo la capitale tra le mie tre città preferite, e mi era piaciuta tantissimo la sensazione di ordine, di pulizia e di calma che regna in città, dovuto soprattutto al fatto di ospitare il presidente e rappresentare il Governo degli Stati Uniti d'America. Ma questa seconda visita mi ha dato sensazioni diverse e divergenti proprio nei caratteri che mi erano piaciuti precedentemente. Forse abituato al caos di New York, ma non solo il suo, la troppa calma, il troppo ordine, gli edifici tutti con lo stesso stile, il troppo rigore mi ha messo un po' a disagio. Sembrava di essere, a seconda di dove ci si trovava, o in un set cinematografico o in un cimitero. Le città vanno vissute, e soprattutto devono avere una propria personalità dove ci si può rispecchiare e/o rimodellare e adattare. Questo non significa che Washington non sia bella, anzi per quanto elencato prima la città e' affascinante, elegante, armoniosa, proprio come una sposa in abito bianco che percorre il lungo tragitto che la porterà sull'altare. Ma sara' forse il fatto che amo troppo New York, che ho la necessita' di avere una città ideale multirazziale, multiculturale, caotica e perché no anche sporca. Ho bisogno di sapere che la mia città non dorme mai, che la mia città rappresenti il sogno americano, che la mia città mi permetta di farmi un kebab alle quattro del mattino, oppure un Martini per colazione senza passare per un pazzo. E questo certo non lo si può fare a Washington: sshhhhh! il presidente deve dormire, senno' come fa il giorno dopo a salvare l'economia oppure a catturare terroristi e buttarli a mare, col beneficio del dubbio! :D

martedì 9 agosto 2011

Passeggiando tra i quartieri: Soho e Chelsea

Nel bel mezzo di Midtown si sono formati nel corso degli anni dei quartieri, ognuno dei quali con delle caratteristiche uniche nel loro genere e con una personalità tutta propria. Due di questi sono Soho e Chelsea. Chi conosce Londra sa bene che i due quartieri londinesi sono i più chic della città, il primo un quartiere stravagante e cuore del gay Village, il secondo un quartiere ricchissimo con degli edifici costosi. Malgrado il nome sia lo stesso, i due quartieri a New York hanno assunto una personalità ed una caratterizzazione completamente differente. Soho e' diventata al pari della 5th e di Madison Avenue, il paradiso dello shopping con stores di ogni genere e tipo. E questo agli occhi del turista o del semplice newyorkese lo fa essere un quartiere bellissimo con edifici di grande stile. Chelsea, invece, in passato era uno dei quartieri più poveri della city, che solo con un lavoro di valorizzazione sta uscendo dal proprio guscio. Famosissimo il Chelsea Market la cui caratteristica e' la sua collocazione all'interno di una vecchia fabbrica, di cui rimane la struttura principale con il pavimento, le mura, eccetera. All'interno ci si trova di tutto e si viaggia tra sapori e profumi proveniente da ogni parte del mondo. Ed e' proprio qui, per chi come me e' appassionato di cibo etnico e shopping stravagante, che e' possibile spendere una mezza giornata, ed affacciarsi magari solo per poco e per un istante sul fantastico mondo che ci circonda e di cui poco conosciamo, rendendosi conto che anche il Chelsea Market rappresenta una parte dello stupendo Melting Pot della città che non dorme mai.

lunedì 8 agosto 2011

Central Park: il verde che non ti aspetti

Non si potrebbe mai immaginare che la città dalle mille luci e dai palazzi a specchi verticali, tiene a preservare dentro se numerosi parchi pubblici, di cui i newyorkesi e non, turisti ed uomini d'affari, usufruiscono durante la giornata per trovare un po' di pace e serenità dal frenetismo cittadino. Sono tanti, dal Battery Park al Bryant Park, da Washington Square a Madison Square Park, ed altri ancora. Ma quello che è icona e punto di riferimento di New York è il Central Park, situato esattamente al centro di Manhattan e vero polmone verde della citta'. Tutti conoscono Central Park, i film di Hollywood hanno aiutato la nostra immaginazione a creare in ognuno di noi il proprio parco, la propria fantasia. Central Park è immenso, stupendo, unico. Dallo zoo a Strawberry Fields ed il memoriale di John Lennon, da Alice in Wonderland alla Boat House, dalla torre del belvedere ai giardini di Shackspears, dai campi di allenamento di baseball ai numerosi laghetti, Central Park è tappa obbligata, da percorrerla come faccio io, camminando e camminando in ogni angolo, scrutando panorami mozzafiato, prendendo il sole sdraiati sul verde prato, praticando il proprio sport preferito, e non limitandosi alla semplice passeggiata di un giorno: Central Park bisogna viverla, godersela, giorno per giorno!

domenica 7 agosto 2011

La guerra del caffè: Starbucks vs Dunkin Donuts

Non c'è America senza Starbucks, ma non c'è America senza Dunkin Donuts. I due colossi del caffè americano dominano il mercato e combattono la loro guerra colpo su colpo con politiche di marketing agressive e geniali. Iniziamo dal definirle entrambe: Starbucks e Dunkin Donuts sono catena internazionali che servono caffè e prodotti dolciari e da forno per la colazione e per il pranzo. Sono diffusissimi ed addirittura sono presenti ad ogni angolo delle strade, con addirittura due quando la strada è affollata. Oramai non si può immaginare gli USA senza Starbucks e quando si pensa alla ciambella di Homer Simpson non si può non pensare a Dunkin Donuts. È incredibile pensare la loro diffusione su scala mondiale e vedere che solo in italia, tra i paesi sviluppati, non è stata aperta una catena del genere. Le risposte a questa domanda da parte mia sono due: la prima, fondamentale, è che l'Italia è patria del caffè espresso, in cui il caffè americano non lo si conosce e non lo si vuole accettare nella propria cultura. La seconda è costituita dal fatto che in Italia già sono presenti ad ogni angolo di strada bar e caffetterie, per cui ci si entra in un mercato difficilmente conquistabile. È curioso pensare che proprio quello che stanno facendo i colossi americani, ma in particolare Starbucks, trae spunto dal sistema dei bar italiani sparsi ad ogni intersezione stradale, con funzioni sociali e di svago. E complimenti ai creatori delle due catene di caffè che hanno saputo ben copiare e riformulare in chiave americana una prosprettiva di business esponenziale. Da questa guerra concorrenziale ecco le mie conclusioni: io preferisco per il caffè quello di Starbucks, molto simile nel gusto e nell'aroma ai sapori italiani, ma adoro le ciambelle, i cosiddetti doughnuts, di Dunkin Donuts, così buone da leccarmi i baffi ad ogni morso. Dal punto di vista dell'immagine però, la vera differenza per me la fa Starbucks che è riuscita a far si che i consumatori di caffè si riconoscessero in essa con l'espressione che racchiude un pensiero: I bevo Starbucks! E così anche io.

Boston ed il New England: wonderful world

Tra le città americane dell'est cost, Boston merita di essere visitata e goduta a pieno. Solo 4 ore la separano da New York ed e' facilmente raggiungibile con il servizio bus a costi molto contenuti (30 dollari andata e ritorno). Se siete degli abili camminatori come lo sono io vi accorgerete che e' possibile visitarla tutta in un solo giorno, camminando, camminando ed ancora camminando senza mai fermarvi. Infatti la sua particolarità e' che la città ha istituito il Freedom Trail che non e' altro che un percorso pedonale delimitato da mattoncini rossi che porta il turista a camminare lungo il tragitto storico della citta' potendo visitare tutti insieme gli edifici ed i monumenti storici della città. Adoro Boston, forse perché somiglia troppo alla mia adorata Inghilterra sapendo unire la propria storia con il futuro che avanza creando una cornice armoniosa tra edifici storici e moderni, con un servizio di trasporto pubblico efficiente e una pulizia senza pari. Parecchi i punti di interesse nella città di cui troverete notizia su google o wikipedia. Io suggerisco di fare i 294 scalini dell,Hill monument a nord della città dove poter ammiare un ottimo panorama della città. Boston e' considerata la capitale intellettuale e culturale, ed e' sede dell'università di Harvard, e devo dire che entrambi gli attributi si percepiscono nell'aria. Se ci si trova a Boston e' impossibile non approfittare di vagabondare in tutto il new england, visitando gli stati di Rhode Island, in particolare la cittadina di Newport, dove maestose "mansion" sono state costruite in passato dai miliardari americani per scopi di vacanza e dove ora è possibile ammirarle in tutto il loro splendore. Da visitare anche il Maine ed il New Hampshire, quest'ultimo vero paradiso naturale in cui non si pagano tasse sugli acquisti ed il cui motto e': Live free or die, e non aggiungo commenti. Andando nel new england non potete non assaggiare la cucina locale ricca di pesce fresco e pietanze uniche. Il lobster Roll, ossia una ricca insalata di aragosta, la claim chowder, tipica zuppa di vongole in salsa bianca, le fried claim, vongole fritte in pastella, ed ogni altro tipo di pesce, tutto freschissimo, tra cui ostriche e granchi in primis. In tre giorni non esagero nel dire di aver messo 2kg. Cosa dire di più: sono rimasto piacevolmente sorpreso ed affascinato da questa città e tutto il new england, posso dire che adoro Boston, adoro il New England, ma I'm sorry... I live in New York......!

giovedì 4 agosto 2011

New Hope: Un assaggio di Pennsylvania

Lasciando per un giorno la city, interessante tappa da effettuare è la visita a due piccole cittadine al confine tra il New Jersey e la Pennsylvania: Lambertville e New Hope. Sono separate dal fiume Delaware (ma unite da un maestoso ponte) e nota curiosa, fu proprio qui che passò George Washington durante gli anni dell'indipendenza americana. Le due cittadine racchiudono un mix tra storia e folklore americano. Interessanti sono le numerose botteghe di artigiani che vendono la loro roba e numerosi sono anche i locali di vario genere dove poter mangiare e bere serenamente. La giornata passa spensieratamente con fermate alle bakery, le pasticcerie americane, dove poter gustare dolci di ogni tipo, soste alle birrerie veri luoghi cool e metà di motociclisti stile Harley Davison, e ed ai ristoranti dove poter assaggiare la variegata cucina americana. Ancora più interessantw dal mio punto di vista è il tragitto che ha separato New York da questi posti: infatti percorrendo le autostrade americane, ci si imbatte man mano che si va verso ovest, ovvero il centro dell'America, in luoghi sempre più desolati, passando dal caos cittadino alla desolazione delle campagne ai confini con la Pennsylvania, con vastissime coltivazioni di mais e fattorie stile yankee cui siamo abituati a vedere nei film o su Farmville. Gli States sono anche e sopratutto questo, non solo luci e divertimento.

martedì 2 agosto 2011

New York in bici: un'esperienza fantastica!

Un giro in bici a New York é una delle cose piú belle che si possa fare in questa city. Ti permette di ammirare in un solo istante il verde, l'acqua, la modernitá dei grattacieli, il melting pot, e la vita newyorkese. Anche se la cittá accoglie ogni giorno milioni e milioni di persone e la confusione é tanta, questo non ha impedito di riservare appositi spazi alle piste ciclabili. Infatti in tutta Manhattan é presente un percorso ciclabile che permette di pedalare tranquillamente senza essere disturbati o investiti da qualche taxi impazzito. Il mio percorso, che penso possa essere il migliore, é partito dall'incrocio di 5th Avenue e la 72nd strada, ha attraversato tutto Central Park orizzontalmente diretto alla sponda dell'Hudson River proprio di fronte il New Jersey. Li c'é lo stupendo Riverside Park, uno dei tanti parchi, in cui regna la pace e la tranquillitá. Proseguendo verso sud si percorre l'Hudson River Greenway, una sorta di pista ciclabile che permette a migliaia di ciclisti, skateboarder, corridori di poter praticare il loro sport liberamente. Questo tratto é caratterizzato dall'affacciarsi sugli scali portuali newyorkesi dove ci sono barche, navi e ristoranti di ogni tipo. Lo spettacolo piú bello é rappresentato dal fatto che durante il tragitto possibile é ammirare tutto il panorama della cittá, ogni grattacielo, ogni quartiere cittadino, e questo é qualcosa di straordinario. Si arriva poi al World Financial Center, dove la piazza centrale permette di riposarsi un po' dalle fatiche ammirando il panorama della Freedom Tower in costruzione, dei grattacieli del distretto finanziario, e dei numerosi yacht presenti in acqua. Una piccola sosta e giú dritto a Battery Park, fino alla punta dell'isola, dove parte il traghetto per la statua della libertá. Andata e ritorno stessa strada, era possibile continuare fino all'altra sponda,ma era giá tardi e le gambe inziavano a soffrire. Numerosi personaggi dello spettacolo vivono intorno Battery Park e molti di loro fanno jogging o vanno in bici lungo queste strade. Prima di partire avevo un solo obiettivo, ossia quello di poter vedere un mio grande idolo, che vive li e che quotidianamente fa jogging al Battery Park: Leonardo Di Caprio. Cosi, documentato a dovere sull'abbigliamento indossato e sulla tratta percorsa, vado alla ricerca di lui. E lo trovo: pantaloncino, maglietta grigia, cappellino rosa e barba per non farsi riconoscere. Lo vedo da dietro, lo sorpasso e mi giro guardandolo in faccia, torno a pedalare e poi mi rigiro facendogli capire che l'ho riconosciuto. Lui prima mi guarda sorpreso, poi mi sorride come nel dire che l'ho sgamato. Ho preferito non fermalo perché merita la sua privacy e la sua corsa quotidiana al parco senza venir scocciato da turisti. Che dire, un'esperienza fantastica e consiglio a tutti coloro che vengono a New York di prevedere nel loro itineratio una mezza giornata come questa.